12 luglio 2011

APPUNTI: CAPITOLO QUARTO - LOS ANGELES

All'aeroporto di Los Angeles c'è una macchina che li aspetta.

- "... insomma le location saranno strepitose, voglio qualcosa di esclusivo, di mai visto"
- "Hai pensato a Big Sur?"
A Karan sfugge un sospiro, sa che è stata Naima a far conoscere la costa occidentale a Rahul.
- "E' una buona idea. Mi piacerebbe anche una item song a Disneyland.
Che ne diresti di Katrina vestita da Minnie?"
- "Perchè no? Sarà divertente, come quella volta che l'abbiamo mandata in scena con un pitone intorno ai fianchi"
- "Tra un ciak e l'altro continuava a urlare"
- "Al pubblico è piaciuto moltissimo"
Karan sta ancora ridendo quando si ricorda di aggiungere:
- "Aaah Katrina in questo momento è in camera tua. Voleva farti una sorpresa. Le ho detto di lasciare stare ma era eccitatissima che ci fossi anche tu. Credo abbia organizzato qualcosa di"
- "Irritante?
Levamela di torno"
- "Non sarà contenta. E' così capricciosa"
- "Levamela di torno"
Rahul non sorride più. E' stato a letto con lei, quando?, in un'altra vita, ma ancora gli sta appiccicata come un chewing-gum. Non ha nessuna voglia di vederla.
Karan è al telefono:
- "Tesoro, hai un'intervista a Beverly Hills tra un'ora... sì che ti avevo avvisata, è per la copertina di Vogue... sarai splendida, ci penseranno loro... non fare tardi. Chiama subito l'autista, lui ha l'indirizzo esatto"
Si volta verso Rahul:
- "Quando capirà che non c'è nessuna intervista diventerà una furia. Forse, se saremo fortunati, deciderà di farsi fare una pulizia del viso e si dimenticherà del perchè l'ho mandata lì."

Sul letto ci sono delle mutandine nere e un biglietto: "La mia camera è la numero 804. Kat".
Rahul butta tutto nel cestino del bagno. La sua suite è al decimo piano. Perfetto.
Si toglie giacca, camicia e pantaloni. La vista è fantastica.
Si vede l'oceano.
Si china per aprire il frigo bar e rimane fermo così per un istante, le clavicole illuminate dalla luce. Gli piace il freddo che sente sul viso.
Poi si versa un bicchiere di Arneis importato dall'Italia.
Beve appoggiato alla testiera, in boxer, le gambe stese e le caviglie incrociate sopra un cuscino.

Ha conosciuto Naima poco prima che lei diventasse la star che è oggi. La prima volta l'aveva vista su un cartellone pubblicitario. Era insieme ad altri modelli, tutti in costume da bagno con un cono in mano. Tutti con gli occhi sul gelato, l'espressione di chi non ha mai mangiato niente di così delizioso. Lei guardava in macchina, un po' di sbieco ma abbastanza intensamente da confonderti.
Aveva chiesto a Karan di chiamare l'agenzia di quella ragazza per un casting. C'era sempre bisogno di comparse per i loro film, anche di occidentali.
Lei si era presentata in jeans scarpe altissime e un maglione. Era bellissima. Esile come un uccellino.
Si era avvicinata al loro tavolo per porgere il book, incespicando lievemente. Poi aveva cominciato atona:
- "Mi chiamo Naima Shelenko, sono alta 1 metro e 74 centimetri, misure"
- "Sai ballare?"
- "No"
Sembrava non le importasse ma si mordicchiava il labbro inferiore.
- "Dovrai sorridere e muoverti a tempo di musica. Pensi di farcela?"
- "Si"
Contrariata ma solo per un attimo.
- "Ti chiamiamo noi."
Rahul l'aveva fissata per tutto il tempo, mentre lei non lo aveva neanche visto. Non aveva guardato nessuno.

Vuotata metà bottiglia, Rahul si alza, toglie i boxer, e si avvia verso la doccia canticchiando il tema di Mass Effect.