02 luglio 2010

TERRA CHIAMA BOLLYWOOD




Rahul invita Anjali a ballare e lei commenta “No music”.
Non ditemi che non sapete di cosa sto parlando, non ditemi che non avete mai desiderato essere al posto suo e urlare “Siiiiii music!!!!!!!!” per poi scrutare ogni angolo dalle colonnine del gazebo in attesa di qualche catastrofe naturale. Perché, quando qualcuno ti guarda in quel modo come minimo il cielo si deve aprire in due come cantato dall’Apocalisse e il coro degli angeli dovrà tentare la strada dell’heavy metal per catturare l’attenzione.

Raj va a ritrovare la sua Simran dall’altra parte del mondo, e non è nemmeno tanto sicuro di piacergli, un uomo normale al massimo fa quindici minuti di strada in auto, quando non c’è traffico, e solo se certo di combinare qualcosa. Al sedicesimo minuto sciupato per te è richiesto il pagamento della benzina. Data l’ansia di riabbracciare la propria donna provata dagli attuali trentenni (si, ansia fortissima...), se sei puntuale aspetti come minimo un’ora sotto il sole cocente o in piedi in mezzo alla folla nel peggior quartiere della città con la borsa aperta che grida ai quattro venti “scippami scippami” e la fronte sudata che fa colare quel po’ di fondotinta necessario per non apparire cadaverica. Ma non finisce qui... Appena entri in macchina si lamentano perché non sei "abbastanza in tiro". A quel punto la parola “tiro” si unisce in composti linguistici come “tiro a segno con la tua faccia” , “ti tiro con la baionetta” oppure “per questa volta passi, ma se ricapiti a tiro ti becchi due calci in...”.

E poi non è che ciò che vediamo nei film sia così difficile da realizzare praticamente, in teoria è addirittura facilissimo. Sì, o almeno lo sarebbe se gli uomini fossero un po’ più veloci a cogliere certe brillanti occasioni. Esempio uno: ti cade qualcosa dalle mani… lo calpestano; esempio due: qualcuno ti dà uno spintone dopo averti indicato la via più breve per Quel Paese... invece che far rotolare nella polvere i nemici per un tuo sguardo, ti invitano a “lasciar perdere”.

“Lascia perdere”... composto di due sole parole è l’inno dell’Apatia Sentimentale, movimento che raccoglie adepti, ammiratori e anche firmatari volontari in tutta la penisola, associato al gruppo “Se non sei tu è un’altra” e amico di Facebook di “Ma che ti affezioni a fare a una donna? Hai scoperto che ne puoi cambiare due al giorno come le T-shirts?”. Inutile dire che nella mia realtà bucolica popolata da prati in fiore, fiorellini e pastorelli, un uomo dovrebbe apprezzare il fatto che i pensieri della propria partner non siano riproducibili in serie come i gadget di Topolino. E invece no. La regola del Movimento Supremo Apatia ha le sue norme in vigore, regole ferree per le quali la testa è solo un gingillo da portare dal parrucchiere, alla frase “ti amo” si risponde con un “ok” , a “ho dei pensieri che mi disturbano” con un “ma che me ne importa son cavoli tuoi”, per non parlare di “mi sento giù e cerco coccole” prontamente troncata con “vai più in là che fa caldo per l’amor del cielo”. Se non riesci ad allacciarti la zip del vestito fai prima a chiamare il vicino, ma il vicino non assomiglia mai ad Arjun Rampal e questa è la solita sfiga, meglio tentare da soli fino a che le braccia si intrecciano irreversibilmente e non si può nemmeno dare la colpa ai giochi di ipnosi di massa tanto in voga nelle trasmissioni Rai. E poi cavolo... un po’ di fantasia!! Tutti lo sanno che la zip del vestito è sempre una scusa. Ecco perché i film indiani fanno male. Anzi sono addirittura nocivi.

Nei film di Bollywood si guardano negli occhi, e negli sguardi NON si legge l’entusiasmo di uno che è appena uscito dal dentista e tiene ancora stretto il tampone MA il desiderio di scavarti dentro, apprezzarti, amarti, conoscerti. Che strani che sono questi marziani… soffrono quando sono lontani, si corrono incontro, si abbracciano, si baciano sul collo, si toccano le mani. Dov’è la navicella spaziale? Sono questi gli usi e costumi del pianeta rosso? Allarme!!! Terra chiama Bollywood!! Storie di pura fantascienza, scordatevi di ritrovarle qui da noi.

Non c’è che da sperare in un futuro migliore. Le fan di Shahrukh attendono di gustarsi il primo film in 5D, tecnica avanzata della riproduzione visuale ancora in fase di sperimentazione, al momento se ne stanno studiando gli effetti collaterali. Nell’avveniristico 5D Shahrukh Khan non solo sarà visibile, avvicinabile e palpabile, ma anche capace di sollevare la spettatrice dalla poltroncina sotto lo sguardo incredulo del suo fidanzato scemo, probabilmente pronunciando un dialogo simbolico del tipo: “che hai da guardare? Potevi svegliarti prima...”. Un giorno la tecnologia premierà tanta fedele attesa e invece degli occhialini indosseremo la muta. Per immergerci meglio.

Non mi fraintendete, non è assolutamente vero che ce l’ho con tutti gli uomini... volendo ce l’ho pure con qualche donna. Perché? Semplice. Se tutte le ragazzine, ragazzotte e signore non stessero zitte davanti al ribrezzo emotivo dei maschi...(acci) magari arriva il giorno in cui qualcuno si sveglia.
Nella vita reale quanti hanno mai cantato una canzone alla propria donna? Puoi anche essere intonato come una rana finita nel water ma non avrebbe molta importanza. Alla fine è necessario solo un tocco di furbizia per intuire che con poco si ottiene tanto, e con tanto si ottiene tantissimo, il rapporto è 1:100 e 10 : 10.00. Seguire le lezioni di qualche Khan si potrebbe rivelare un investimento d’oro. Non dico che ci si debba rotolare per la gioia sopra il cofano di un auto in corsa, certe cose lasciamole fare solo al King, tutti gli altri possono provare semplicemente ad aprire bocca e pronunciare qualcosa di carino.
Konchen Ishtam Konchem Kashtam è un film telugu (*), grazioso anche se non uno dei migliori, però contiene una scena che andrebbe sottoposta ad analisi: un uomo adulto cerca di riconquistare la moglie e le urla in faccia con convinzione “voglio te!!!! “. Patapluf!! Ecco che cado dalla sedia. Allora rimando indietro di trenta secondi e ci penso un attimo: voglio + te significa: voglio ESATTAMENTE te, voglio NIENT’ALTRO che te, SOLO TE , specificato, TE e non un qualsiasi bipede sopra i 18 e sotto gli 80... ma proprio TE. Adesso vengo assalita da un timore improvviso, una paura lacerante mi fa sparire la fame di fronte al mio sacchetto di chips preferite. E se la stessa frase venisse visionata da uno dei membri dell’Associazione “Se non sei tu è un’altra”? Provocherebbe la messa al bando dai territori (e mari) nazionali di ogni dvd arrivato per posta da Hyderabad? Nel dubbio è meglio essere previdenti, se ne avete ancora una copia conservatela con cura e nascondetela seguendo l’esempio delle librerie clandestine di Farheneit 451.

(*) Il Telugu è una delle lingue ufficiali dell'India, parlata nello stato dell'Andhra Pradesh. Ci tengo a specificare che le lingue ufficialmente riconosciute sono trenta e i dialetti oltre duemila in una sola nazione, dato che c'è ancora qualcuno che mi ferma per strada chiedendomi la natura dei miei cari film in... "indiano"... mah...

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