17 maggio 2011

APPUNTI: CAPITOLO TERZO - JACK

Jack è carponi sul pavimento di casa, la mano allungata sotto il divano, l’espressione concentrata per lo sforzo. Sta cercando di recuperare la mentina che gli è caduta, l’ultima della scatola. Ancora qualche millimetro e potrà toccarla con la punta delle dita.

- Che cosa stai facendo zio Jack?

- Zoe, tesoro, hai finito i compiti?

Jack afferra la mentina e se la mette in bocca. Si alza.
Sua nipote ha in mano la videocamera dalla quale non si separa mai.

- Oggi è domenica, zio, posso fare quello che voglio.

- Beh non starmi tra i piedi, ho da fare.

Di solito Jack non era così brusco con Zoe.
Le cose non erano andate come aveva previsto. Tutta colpa di quella puttana di Naima.
Deve stare calmo, non è certo il caso di allarmarsi. Presto avrebbe rimediato.
Si avvicina a Zoe e le dà un buffetto sulla guancia.

- Sto per uscire, pulcino. Quando torno mi fai vedere le riprese?

Zoe sorride.

- Sì!

Risponde entusiasta.

Jack ha deciso di camminare un po', senza una meta precisa. Ha bisogno di pensare.

Forse potrebbe andare da quel grassone di Brad e prenderlo a calci nel culo. Lo avrebbe senz’altro aiutato a rilassarsi. Mancavano ancora due giorni alla scadenza ma quel coglione non aveva di certo trovato i soldi che doveva.

Pestare qualche poveraccio per riscuotere debiti ed incassare gli interessi o fare piccole consegne di droga, o di qualsiasi altra cosa si trattasse, non gli importava, rendeva bene.
Non aveva mai fatto parte di alcuna banda, nessuna organizzazione, veniva chiamato quando c’era bisogno di lui. Si era limitato ad eseguire gli ordini, a portare a termine la sua parte secondo gli accordi. Ogni volta era libero di accettare, guadagnare un extra, oppure rifiutare.
A Jack era sempre andata bene così e le persone per cui lavorava non erano interessate ad averlo a lungo tra i piedi.
Aveva più volte dimostrato di essere pigro, meschino, inaffidabile, subdolo, violento fino al sadismo.
Tutti sapevano delle sue avventure.
A vent’anni si era dedicato ai furti negli appartamenti. Forzava la porta o una finestra e portava via quello che trovava: impianti stereo, tv, soldi. Un lavoro facile.
Se capitava che il proprietario tornasse prima che lui avesse finito era divertimento in più.
Una volta ne aveva pestato uno con il lettore dvd che teneva tra le braccia. Jack aveva continuato a picchiare e picchiare fino a che le mani strette a reggere l’apparecchio non avevano cominciato a fargli male. Poi aveva mollato lì il lettore pieno di sangue.

Adesso sta pensando che per quanto gli piaccia tirare pugni contro qualcuno che indifeso e spaventato lo preghi di smettere, si sente di poter avere di più.
Non è più così giovane, in fondo.
Gli è capitata una buona occasione. Un colpo di fortuna al momento giusto.

Nessun commento: