07 maggio 2010

Introducing GILDA


Chi nasce nei dintorni di una città minuscola, circondata da aperta e silenziosa campagna, non può che impazzire alla vista dell’asfalto, del caos, del rumore. A sei anni ho deciso che il mio nome era Gilda, dovessi sceglierlo adesso sarebbe Simran, il mio cognome suona talmente male che quando a scuola facevano l’appello speravo sempre non fossi io. Di giorno pianto le fragole, di notte sogno le grandi metropoli, sorrido solo se c'è il sole e parlo solo a chi mi piace, dicono che bisogna prendermi con le pinze perchè sono tutta sbagliata, come dargli torto.
Che straordinario miracolo è la città… quando l’ho scoperto forse ero già maggiorenne, sarà per questo che mi commuovo dentro le stazioni affollate, adoro la calca, le voci che si sovrappongono, la malinconia di quei luoghi, la polvere, la puzza dei binari, anche la panchina sudicia e le bottiglie di birra abbandonate hanno il loro fascino.

Tutti da piccoli hanno grandi sogni e nei primi anni Novanta c’era un’epidemia in corso alla quale sono scampata: i bambini volevano diventare Baggio e le bambine la Cuccarini. Io seguivo con gli occhi le scie degli aerei decisa a vedere ogni angolo del mondo. La mia festa preferita era il Carnevale, i miei party in maschera andavano avanti fino ad agosto, quando diventava troppo caldo per l’abito da flamenco tiravo fuori quello da odalisca, me ne infischiavo dei compiti e non imparavo le poesie a memoria, il tempo libero lo passavo a sfogliare l’atlante geografico e a guardare centinaia di film in bianco e nero.

Ciò che mi teneva lontana dalle passioni era solo una perdita di tempo e io il mio tempo volevo sfruttarlo, anzi, ottimizzarlo, seguendo una pura mentalità da imprenditore. Voglio andare qui… crocetta… e poi qui... crocetta… passando da qui… altra crocetta… Riguardandolo oggi l’atlante sembra la pianta di un cimitero di guerra e ci sono ancora l’Urss, la Jugoslavia e la Cecoslovacchia unita. Mi accusavano di essere sognatrice, a conti fatti ero la più pratica e realista. Venissero a dirmelo adesso farei un rapido confronto tra quanti sono diventati Baggio e la Cuccarini. Non vedo più codini né scaldamuscoli in giro, gli aspiranti calciatori e soubrette di ieri sono le commesse e i rappresentanti di oggi, almeno io il mio obiettivo l’ho raggiunto.

Fortuna che non sono in politica, sarei diventata una dittatrice; fortuna che non mi intendo di religione, sarei diventata una santa. La mia attuale via di mezzo sta tra la santa e la dittatrice nonostante sia atea e vomiti addosso alle auto blu. La mia faccia è felicemente coperta dal Brufolo Del Bollywoodiano e il mondo diventa un caleidoscopio fantastico.

Cos’è il caleidoscopio? Un giochino stupido che andava di moda ai miei tempi. Non si attacca alla corrente né si può inserire nel Nintendo DS. Ma non è male, probabilmente fatto per i sognatori.

Cos’è il Brufolo Del Bollywoodiano? Questo dovrò spiegarlo con calma…

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